La Guerra e le conseguenza sugli scambi commerciali – 11 Marzo 2022

In questo articolo non entreremo nei dettagli della guerra; la situazione umanitaria è inquietante, carica di incertezze e gli scenari non sono affatto lineari. Siamo di fronte ad un nuova drammatica catastrofe e siamo passati dal controllare la curva pandemica ad accogliere un fiume di rifugiati.

Come tutti osservano, i mercato sono mossi da movimenti bruschi, inclusi repentini cambi di direzione; le materie prime sono quelle che ci danno più da pensare. Ma cosa dire delle rotte commerciali tra Asia ed Europa?

Al di là degli aspetti geopolitici che sono ampiamente coperti da analisti specializzati, forse è il caso di riflettere su aspetti meno noti e nascosti nelle pieghe dell’Economia.

I dati sul commercio globale e quelli finanziari ci aiutano a comprendere i principali effetti della guerra sull’economia mondiale. Della Russia e dell’Ucraina conosciamo l’ammontare dei crediti e debiti con il sistema bancario mondiale e sappiamo anche che cosa e quanto esportano. La guerra ha influito pesantemente sui prezzi dell’energia, dei metalli e dei cereali, tenendo conto di quanto importanti siano questi paesi in questi comparti.

Poca attenzione è invece stata dedicata al fatto che Russia e Ucraina svolgono un ruolo chiave nel transito delle merci da est a ovest tramite il cosiddetto Ponte Terrestre Eurasiatico, a volte chiamato la Nuova Via della Seta; si tratta della rotta del trasporto ferroviario tra l’ Estremo Oriente russo e la Cina e i porti marittimi in Europa.

In realtà questo è uno dei corridoi previsti da uno dei più vasti progetti della storia: la Belt and Road Iniziative (BRI), che pianifica un’enorme rete infrastrutturale per nuovi canali marittimi, terrestri e digitali di connessione intercontinentale. La BRI è stata ufficializzata nel 2015 con 6 corridoi (4 corridoi terrestri e 2 corridoi marittimi).

Le merci trasportate per via ferroviaria tra Asia ed Europa rappresentano poco più del 7% del volume spedito via mare. Infatti dal 2011 i collegamenti ferroviari per il trasporto merci tra Cina ed Europa si sono rapidamente moltiplicati. Contro ogni aspettativa il trasporto ferroviario sotto l’egida della Deutsche Bahn (società che rappresenta il maggiore operatore ferroviario tedesco), si è notevolmente ampliato.

Inoltre la chiusura dello spazio aereo russo ai voli europei sta creando problemi anche ai voli cargo, complicando ulteriormente il trasporto di merci provenienti da Cina, Corea del Sud o Giappone verso l’Europa e creando notevoli ritardi e aumenti dei costi di spedizione. Per evitare lo spazio russo occorre allungare la rotta di 2mila chilometri, che si traduce in due ore in più di volo e circa 18 tonnellate di carburante in più per ogni cargo!

Ad essere colpito non è solo il commercio diretto con la Russia e l’Ucraina, ma anche tutto quello che transita in quelle zone, che sono rotte storiche. Sostituirlo col trasporto marittimo richiederebbe più del doppio del tempo ed inoltre, al momento, tutti i container marittimi sono in realtà già utilizzati o “prenotati”.

Le cattive notizie non sono finite. Il personale utilizzato in aziende di logistica nel settore del trasporto globale è di nazionalità russa o ucraina per circa il 15% dei lavoratori e circa il 6% degli autisti di camion pesanti in Europa provengono dall’Ucraina. Questo personale per vario motivo potrebbe cessare momentaneamente l’attività lavorativa, provocando contraccolpi piccoli ma diffusi.

Ma abbiamo già visto che piccole difficoltà diffuse possono bloccare interi processi di produzione industriale e far chiudere intere fabbriche (ricordiamo la vicenda dei semiconduttori). Pensiamo anche a problemi interni ai paesi Europei, come lo sciopero dei pescatori e dei camionisti o la chiusura di intere filiere (come quello della carta) per l’eccesso dei costi dell’energia. Tutto ciò sta accadendo in Europa e sta diventando probabile che la produzione industriale europea subirà un forte rallentamento.

Prezzi energetici record, risorse scarse, problemi logistici stanno terribilmente convergendo.

In queste condizioni le scelte di Politica Monetaria della BCE non dovrebbero prevedere il rialzo dei tassi a breve e quindi potremmo vedere un recupero delle quotazioni dei titoli a tasso fisso.

Se questo si verificasse (minori chances di rialzi dei tassi) è probabile vedere un rafforzamento del dollaro.

Per il comparto azionario, infine, non ci sorprenderebbe vedere investitori realizzare il profitto ottenuto in questi ultimi trimestri di rally, in attesa che la situazione si stabilizzi.

M.R.

Questo articolo si basa su dati di pubblico dominio ritenuti attendibili, ma suscettibili di modifiche improvvise. Intende proporsi come ausilio alla comprensione dei movimenti dei mercati finanziari. Non vuole essere in alcun modo uno strumento di analisi o uno studio, né intende sollecitare qualsiasi operazione di compravendita di prodotti finanziari. Si ricorda che ogni risparmiatore deve basare le sue decisioni d’investimento su una propria convinzione. Questo Blog si limita a presentare una sintesi delle opinioni diffuse sui mercati finanziari.

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